mercoledì 16 febbraio 2011

Sottomuta per stagna : polartec, thinsulate o semplice pile?!


Aspetti tecnici  e suggerimenti per l’abbigliamento a completamento della muta stagna


 

…Non vi meravigliate se la maglia intima e’ bagnata, significa che il vostro sottomuta non e’ traspirante e forse e’anche  troppo pesante; non date la colpa alla tenuta della muta, se la muta ha un’infiltrazione di acqua vedreste bagnato il sottomuta dall’esterno… non vi pare?...




Leggete il seguente articolo se questa affermazione vi incuriosisce.




Ogni subacqueo, nel suo iter di preparazione, arriva al punto di sentire la necessita’ dell’uso di un elemento importante della sua attrezzatura: la muta stagna.
Questo strumento tecnico, che permette di estendere la tanto amata attivita’ anche ai mesi invernali o in ambienti con acque fredde come grotte e laghi o permette ancora di affrontare impegni decompressivi importanti, è scelto con grande attenzione e perizia di particolari.

Ne abbiamo parlato piu’ volte, si va dalla scelta del materiale, neoprene o trilaminato, allo spessore, alla tipologia di cerniera. Non e’ su questo che mi vorrei dilungare perche’ argomento molto dibattuto e che lascia ognuno con la propria rispettabile opinione.

La stessa attenzione non si pone invece al tipo di abbigliamento tecnico da utilizzare al di sotto della vostra stagna.

Al contrario, se ci pensate bene, il ruolo del sottomuta e’ importantissimo, oltre a vestirvi prima dell’immersione, e’ l’unico elemento che vi separa dalla vostra muta e deve assolvere ad una serie di compiti piu’ o meno gravosi dai quali dipende la vostra sicurezza ed il piacere dell'immersione.

La scelta puo’sembrare banale e per molti rimane tale, relegando ad un acquisto di poco conto cio’che invece e’ complemento imprescindibile per massimizzare l’efficienza della vostra muta per la quale avete speso molti soldi.

La scelta del sottomuta e’ infatti legata a molteplici fattori che vanno dal materiale e spessore della vostra muta, alla temperatura dell’acqua, al tempo di immersione e non ultimo a cio’ che andate a fare in acqua. Ogni scelta inoltre e’ legata ad un fattore molto soggettivo che e’ il meccanismo di termoregolazione. Da questo una differente percezione del freddo da individuo ad individuo. Inutile dire che le caratteristiche di un sottomuta posso incidere sul comportamento idrostatico ed idrodinamico della vostra muta.

Cominciamo a dipanare la matassa elencando un po’ di qualita’ che un buon sottomuta dovrebbe avere.

Il sottomuta ideale oltre ad essere piacevole e comodo, non deve intralciare i movimenti, deve garantire benessere termico per tutta l’immersione, consentire la traspirazione, evitare accumulo di umidita’ tra le fibre e sulla pelle, essere funzionale e perche’ no anche esteticamente gradevole!

Mi comincia a sorgere un dubbio: la scelta del sottomuta ottimo e’ molto piu’ complessa di cio’ che si poteva pensare e probabilmente il sottomuta perfetto, per tutte le mute e tutte le condizioni climatiche e di lavoro fisico non esiste.

Passiamo ora a qualche considerazione tecnica che ci puo’ aiutare a capire di piu’ di questo indumento tecnico.



LA RESISTENZA TERMICA

Ogni attivita’ fisica richiede un aumento del metabolismo e parte dell’energia che bruciamo viene ceduta sotto forma di calore dai nostri muscoli.

Il nostro corpo emette costantemente calore, anche in condizioni di riposo assoluto. La quantità di calore ceduta aumenta con l’incremento dell’impegno muscolare. Ecco perche’ dicevo che la scelta del sottomuta dipende anche da cosa andate a fare in acqua. Una cosa e’ spostarsi dolcemente in pieno relax facendo qualche foto, altra cosa e’ contrastare la corrente o pinneggiare a pieno ritmo per coprire lunghe distanze o stare immobili mentre state saldando un tubo.

A corpo nudo, in equilibrio termico, la quantita’ di calore scambiato attraverso la pelle fa si che data una certa temperatura ambiente il corpo mantenga sempre la giusta temperatura di 36.5 gradi. C’e’ quindi sempre un salto termico tra ambiente e corpo. Il lavoro di termoregolazione consiste proprio nel dissipare la giusta energia, sotto forma di calore, affiche’ il corpo si mantenga alla temperatura naturale. Se ora cambio un qualunque parametro che interviene in questo equilibrio, come la temperatura ambiente, o aggiungo degli indumenti aumentando la resistenza termica che si oppone alla cessione di calore verso l’ambiente, l’equilibrio viene turbato ed il corpo deve affidarsi al meccanismo di termoregolazione. Uno dei metodi per far si che si possa smaltire piu’ calore attraverso la pelle e’ la sudorazione. Affidandosi al calore estratto per evaporazione di goccioline di acqua dalla pelle, il corpo riesce a smaltire molto piu’calore o a mantenere la termoregolazione in condizioni di alta temperatura ambiente. Il meccanismo di evaporazione interviene quasi subito, basta coprire parte della pelle con un tessuto non traspirante ed in quella zona vedrete dopo pochi minuti una aumento dell’umidita’ sulla pelle. Abbiamo inserito due elementi importanti: la resistenza termica e la sudorazione.

Ne consegue che bisogna scegliere bene la resistenza termica dei sottomuta per garantirsi comfort termico ma senza eccedere nell’eccessiva sudorazione.

Badate bene al fenomeno di evaporazione e condensa. Su mute di basso spessore o in trilaminato il salto termico tra l’aria contenuta dentro la muta e satura di vapore acqueo e l’ambiente esterno ( acqua ) e’ tale che a muta aperta vi sembrera’ di esservi allagati; in realta’ e’ solo condensa depositata sulle pareti interne della muta. Questo pero’ significa che dal punto di vista della traspirazione il sottomuta e l’intimo tecnico che indossate svolgono perfettamente il loro lavoro, infatti e’ fondamentale che l’umidita’ si allontani dalla pelle mantenendovi asciutti.

A questo servono i tessuti traspiranti.

Non vi meravigliate se la maglia intima e’ bagnata, significa che il vostro sottomuta non e’ traspirante e forse e’ troppo pesante; non date la colpa alla tenuta della muta, se la muta ha un’infiltrazione di acqua vedreste bagnato il sottomuta dall’esterno… non vi pare?

Passiamo ora a qualcosa di piu’ scientifico di queste semplici considerazioni.

La resistenza termica o isolamento termico si misura in Clothing o CLO.

1 CLO = 0.180 mq C/Kcal

Significa che: se attraverso una superficie di 0.180 metri quadri passa una caloria al secondo ed il salto termico sui due lati del tessuto e’ di un grado centigrado allora il tessuto ha un potere di isolamento pari a 1 CLO.

L’attività svolta e la ventilazione modificano le caratteristiche di isolamento dinamico del vestiario sulla base dei coefficienti di isolamento statico e dello spessore dello strato di aria prossimo al corpo. Un errato equilibrio tra evaporazione e condensa del vapore può creare pesanti disagi soprattutto nella fase di raffreddamento dopo attività intensa o prolungata.

Diamo ora alcuni esempi di CLO in funzione del tipo di vestiario.

Non dimentichiamo che tutto questo e’ molto generico e che il CLO dipende fortemente anche dal tipo di tessuto. I tessuti tecnici di ultima generazione possono avere valori di CLO tali da triplicare i valori di tessuti come lana o cotone risultando al contempo piu’ sottili e piu’ leggeri.


Questo rende chiaro che: non si puo’ parlare solo di temperatura dell’acqua per scegliere il grado di protezione di un sottomuta o peggio non esiste alcun legame scientifico tra il “peso” in gr su metro quadro e la resistenza termica offerta da quel tessuto.

Non fatevi abbindolare dal nomignolo inventato per indicare un particolare tessuto che vi garantisce protezioni eccezionali. Chiedete il CLO e vi accorgerete che molti non sanno nemmeno cosa e’.

Buone bolle
Johnnydeep

P.S. le immaggini sono tratte liberamente da internet a titolo esemplificativo e tutto cio' scritto non e' in nessun modo in relazione con esse.


 

mercoledì 2 febbraio 2011

RIPARAZIONE MUTA STAGNA e.... 'l' intervento ripetibile'...

 Da quando MaveQ interviene su mute stagne provenienti da tutta l'Italia il lavoro nel nostro laboratorio si e' vivacizzato notevolmente.
Notiamo inoltre con piacere il crescente feedback positivo da parte di tutti i clienti che restano soddisfatti
dal lavoro che minuziosamente svolgiamo sulla loro attrezzatura.
A tal proposito ho voluto inserire questa nota che Giovanni ha scritto su facebook qualche giorno fa:

<Vorrei attirare la vostra attenzione su un aspetto per certi versi secondario della manutenzione sulla vostra muta stagna.
Che la vostra muta sia in neoprene o trilaminato con tenute stagne in lattice o neoprene prima o poi giunge il momento di una manutenzione a tenute e cerniera.
Molti degli operatori del settore hanno come primo obiettivo il fare l'intervento sulla vostra muta nel minor tempo possibile per permettersi di chiedere qualche decina di euro in meno. Confrontando due interventi e considerando alla pari il risultato funzionale ed estetico rimane un ultimo fattore da considerare, a mio avviso il piu' importante dei due: IL CONCETTO DI INTERVENTO RIPETIBILE..
Ho notato interventi su mute fatti con scarsi criteri di rispetto dell'originalita' del prodotto ma cio' che e' piu' grave, fatti modificando le condizioni originali della muta. Se per cambiare un polsino taglio la manica di 1cm, in modo da non dovermi preoccupare di scucire, pulire, smontare le sigillature; faccio  prima, il cliente non se ne accorge il lavoro e' piu' facile ma chiedetevi :
Potrei citare molti altri esempi che conducono allo stesso risultato. L'intervento di riparazione e manutenzione deve essere fatto con criteri di ripetibiita' preservando il piu' possibile la condizione di originalita' della muta.....
Diffidate dai prezzi bassi, pretendete materiali di prima qualita' e competenze dimostrate.... MaveQ vi aiuta anche in questo.

Ciao

Johnnydeep >

Giovanni ha voluto sintetizzare in poche parole cio' che in realta' distingue un laboratorio da un altro. Spesso capita, pur cercando di mantenere dei prezzi in linea con quelli del mercato, che alcuni clienti ci dicano che per un determinato lavoro hanno avuto un preventivo piu' basso da qualche altra parte.
E' giusto che chi deve affrontare una spesa cerchi di risparmiare o spendere il giusto ma bisogna stare attenti principalmente al risultato.  E' sempre fondamentale considerare il prezzo in base alla qualita' del lavoro che si richiede.
Noi puntiamo costantemente ad avere ottimi risultati su ogni nostro intervento, e per MaveQ l'ottimo si ha quando, come vi dice Giovanni, l'intervento diventa ripetibile e si continua a rispettare il design della muta.
La muta stagna e' il fulcro della vostra attrezzatura pertanto dovete puntare ad avere semrpe il massimo quando richiedete un intervento di manutenzione.
 I suggerimenti che mi permetto di darvi sono i seguenti:

  1) Quando acquistate una muta stagna considerate se esiste nel territorio almeno un centro assistenza   autorizzato, conservate la fattura d'acquisto che ne convalida la garanzia.
  2) Se notate difettosita' sulla vostra muta contattate immediatamente il centro assistenza e cercate di capire se il problema puo' essere risolto come semplice intervento di garanzia.
  3) Al momento di effettuare i primi interventi di manutenzione oltre al preventivo fatevi sempre descrivere il
     lavoro che sara' effettuato ed i prodotti che verrano utilizzati, solo avendo tutte queste informazioni potrete scegliere di rivolgervi ad un laboratorio piuttosto che ad un altro.
  4)Concordate i tempi di lavorazione della muta, sono indice di serieta' di chi vi offre la sua prestazione.
  5)diffidate da chi si improvvisa o di chi non da chiarimenti sulla tipologia di lavoro che esegue e sui materiali che utilizza.

L'intervento deve avvenire semrpe 'a regola d'arte', cio significa che oltre a ripristinare obbligatoriamente la funzionalita'  della muta deve assolutamente permettervi in futuro di poter intervenire nuovamente ed allo stesso modo.