giovedì 15 dicembre 2011

Sostituzione polsi in lattice

Un nostro abituale cliente diversi mesi fa, a causa di una emergenza, si è trovato a far effettuare la sostituzione delle tenute in lattice da un collega.
Io stessa a causa della mole di lavoro che avevamo in quel periodo e vista l'urgenza del nostro amico gli avevo consigliato di farli sostituire da un'altra parte, fortunatamente gli suggerì di cambiare solo i polsi della sua TLS perche' il collo, notoriamente piu' laborioso ed impegnativo,  l'avremmo sostituito noi in un secondo tempo.
Dopo pochi mesi mi arriva la muta in laboratorio con i polsi in queste condizioni

Un lavoro peggiore non poteva essere eseguito ed ora vi spiegherò nei dettagli:
1) Il vecchio polsino è stato tolto assieme al bordo di rifinitura che caratterizza le TLS, poi non avendo le macchine da cucire per poter ripristinare la vecchia condizione chi ha eseguito il lavoro ha incollato il polso nuovo esternamente alla manica.

2) Ovviamente c'era da aspettarsi il risultato perchè oltre a non avere le macchine sicuramente l'operatore non ha neanche utilizzato il giusto collante con il banale risultato che il collante oltre a non aderire bene ne sul trilaminato della muta ne sul lattice è risultato corrosivo allo stesso creando screpolature che ne hanno indebolito la struttura. Praticamente abbiamo sostituito dei polsi nuovi  ma deteriorati dalla colla.

3)L'unica cosa positiva e' che siamo riusciti a pulire questo scempio evitando di dover tagliare ulteriormente la muta,purtroppo pulendo ci siamo resi conto che per far combaciare i diametri di muta e polsino la muta e' stata tagliuzzata come si vede dalle foto successive


Io immagino che molti lettori penseranno che ho sempre la vena polemica in pressione...e magari è in parte vero, però mi immedesimo nei notri clienti, sapete bene che una muta di queste costa migliaia di euro e magari per preservarla la si tiene in un armadio, la si lava spesso, si usano prodotti costosi come talco apposito e lubrificanti adatti alle cerniere... 
NON SI PUO' RISCHIARE DI FARLA ROVINARE AFFIDANDOLA A MANI SBAGLIATE O INESPERTE.
Adesso io non voglio dire che solo noi sappiamo operare perche' in Italia ci sono tanti bravi artigiani che lavorano in maniera seria e professionale e sono sicura che leggendo il mio articolo non possono che darmi ragione.
Non vorrei infine farne una questione di prezzo ma molte volte si rischia di rovinare una muta per risparmiare al massimo 10euro ed io mi chiedo se ne vale davvero la pena!
Questo e' il risultato da noi ottenuto, credo che il nostro amico per stavolta non si possa lamentare.



Un saluto a tutti ed alla prossima!
Elena MaveQ-diveshop


lunedì 9 maggio 2011

Muta stagna : la prova di tenuta o 'prova in pressione'

Tra i servizi che regolarmente sono richiesti dai nostri clienti ve ne e' uno al quale dobbiamo prestare particolare attenzione.

La prova di tenuta stagna

Se durante un'immersione vi accorgete che sono presenti infiltrazioni piu' o meno importanti di acqua e da vostra prima analisi non riuscite ad individuare da dove provengano queste perdite l'operazione piu' azzeccata alla quale si approda e' la prova di tenuta. Questa consiste, come scritto su tutti i manuali di mute stagne, nel chiudere la cerniera stagna, chiudere opportunamente collo e polsi, gonfiare dalla valvola di carico la muta e poi  immergerla in acqua cercando di rilevare la fuoriuscita di piccole bolle o semplicemente insaponarla e far pressione per veder spuntare bollicine dalle perdite.

Mai parole piu' banali furono scritte...

Vorrei citarvi testualmente cosa viene scritto nei manuali pubblici di molte marche di mute stagne:

'Per determinare la posizione di una perdita/area danneggiata della muta, eseguite la seguente prova in pressione:
  1. Apertura delle guarnizioni: Introducete una palla delle giuste dimensioni all'interno della guarnizione del collo.Controllate che la guarnizione sia ben tesa ed aderisca alla palla.Inserite una bottiglia di plastica vuota in ciascun polsino accertandovi che il lattice aderisca alle bottiglie.
  2. Gonfiate e trovate le perdite:Gonfiate la muta ed individuate la perdita utilizzando acqua saponata oppure immergendo parzialmente la muta in acqua.Mettere un segno sulla perdita prima di gonfiare la muta.
  3. Verifica delle riparazioni: Dopo le riparazioni,lasciate asciugare 3 ore successivamente effettuare un'altra prova di pressione per accertare l'integrita' della muta.
Attenzione : Rischio di danni al materiale della muta per un eccessivo gonfiaggio. Evitare di gonfiare eccessivamente la muta.'


Ne potrei citare tanti e tanti altri, potrei dirvi di blog e video che fanno vedere come eseguire in maniera 'casalinga queste operazioni' ma questo in particolare racchiude tutti i dettagli  sufficienti a destare la vostra attenzione.
In primis l'occhio deve andarvi sulle raccomandazioni, il testo dice : Attenzione... bene, almeno questi signori hanno l'onesta e la professionalita' di dirvi che la prova puo' essere fatta ma comporta dei rischi che in taluni casi possono essere irreversibili.
Il mio primo consiglio e' che se volete provare il fai da te e' meglio andarci piano e stare attenti a non ledere le condizioni e la qualita' di un articolo che vi e' costato migliaia di euro.
Analizziamo adesso il punto 1 che riguarda la chiusura delle tenute:
Una palla o una bottiglia sono ben diverse da un collo o un braccio cio' significa che la distribuzione dello sforzo che i lattici normalmente fanno sul corpo umano e' ben divera e ben lontana da quella che fanno su oggetti di altre forme, di altre durezze ed in particolare di altri materiali.
Passiamo al punto 2 che riguarda il gonfiaggio della muta:
La muta non e' stata pensata per essere sottoposta a pressione positiva elevata, solitamente infatti in immersione si immette aria per mantenerne il volume interno costante, la pressione esterna e quella interna sono in equilibrio ,questo significa che quasi costantemente il suo sforzo superficiale e' pari a 0. Quando si va alla ricerca di piccole infiltrazioni per avere informazioni apprezzabili si gonfia a diverse atmosfere, nel fai da te talvolta le pressioni diventano anche eccessive. Questo cosa significa?
E' molto semplice lattici tenute e sigillature subiscono uno stress per il quale non sono progettate quindi tendono a creare a breve punti di debolezza che potrebbero rovinarvi le immersioni future. Continuiamo il nostro percorso di critica prendendo in considerazione la possibilita' di usare acqua saponata; anche qui non bisogna sottovalutare nulla. Non tutti i saponi in commercio vanno d'accordo con neoprene,trilaminato,cordura,lattici e sigillanti, alcuni prodotti infatti anche diluiti risultano aggressivi per i componenti della muta.
Passiamo infine al punto 3 con la verifica delle riparazioni:
3 ore non sono sufficienti neanche a completare la prima fase di essiccazione del sigillante, figuriamoci cosa succede se si rimette la muta in acqua e si sottopone nuovamente a stress in pressione!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Un vero test di tenuta avviene in maniera ben diversa, diffidate da chi vi promette o vi invita ad effettuare test periodici di tenuta o sono persone inesperte o vogliono solo approfittarsi della vostra buona fede.

Lo standard MaveQ per il test di tenuta e' il seguente:
  1. Si esegue un primo controllo 'non aggressivo', noi preferiamo quando possibile risolvere problemi di infiltrazioni o piccoli fori con una attenta ricerca manuale affidata a mani ed occhi esperti. Questo sicuramente e' un modo per preservare la vostra muta e farvi risparmiare una spesa consistente.
  2. Localizzata una zona se possibile isoliamo il resto della muta ed eseguiamo una prova di tenuta parziale.
  3. In caso sfavorevole eseguiamo la prova di tenuta totale utilizzando i seguenti accorgimenti:
  •    chiudiamo le tenute con attrezzatura appositamente costruita che escludendole non le pone sotto sforzo
  • gonfiamo a pressione controllata, immergiamo e blocchiamo in vasca l'intera muta, ove necessario insaponiamo con prodotto apposito per evidenziare la fuoriuscita di aria.
  • individuate le perdite effettuiamo la riparazione e vi assicuro che una seconda prova di tenuta diventa superflua!
MaveQ opera con approccio tecnico e scientifico ad ogni tipo di intervento al fine di prestare un servizio di altissimo livello per il cliente. Chiunque richiede un nostro servizio riceve informazioni dettagliate e sa con certezza come si sta intervenendo sulla propria attrezzatura.
La mia nota non vuole dissuadere dal fai da te o dall'inviare la prorpia attrezzatura presso altri laboratori, io voglio solo puntare la vostra attenzione sulla differenza e voglio che chiunque esiga il massimo da se stesso o da altri laboratori, lo stesso massimo che noi vi garantiamo ogni volta che ci prendiamo cura della vostra attrezzatura.

Elena

domenica 8 maggio 2011

Rimessaggio Muta Stagna

Come ogni anno e' arrivato il momento per molti sub di riporre nell'armadio la propria muta stagna.
Prima di fare questa semplice operazione pero' ricordiamoci che per preservare la funzionalita' e l'efficienza dello strumento 'muta stagna' occorre operare un check up completo per far si che,a settembre, quando riapartira' la stagione invernale, non si debba ricorrere a riparazioni frettolose, fatte in casa o da mani inesperte, o ancora peggio mandare la muta in assistenza e mettersi in coda attendendo nel migliore dei casi diverse settimane prima di avere il lavoro ultimato.
Non mi stanchero' mai di dirlo il nostro must é

'Devo avere semrpe l'attrezzatura  revisionata

per garantire in ogni momento il massimo della sicurezza in immersione e rendere la stessa fruibile e piacevole.
Per questo motivo ogni anno MaveQ apre una sessione della durata di tre mesi dedicata esclusivamente al
 rimessaggio della muta stagna. Le operazioni da noi consigliate restano sempre le medesime:

1) Igienizzazione degli interni
     Si detergono accuratamente gli interni della stagna con antibatterici,
2) Lavaggio e pulitura esterni
     Si lavano gli esterni con detergente delicato, si sgrassano i punti   critici ed infine si risciacqua in acqua dolce


3) Controllo delle tenute
     Nel caso di tenute in lattice si osservano eventuali crepe dovute al deterioramento del lattice e se necessario si interviene con la sostituzione tempestiva
4) Controllo della funzionalita' valvole e sedi

5)Prova di tenuta ed eventuali interventi di riparazione
    Si gonfia la muta ad una pressione appropriata e per immersione in  vasca si cercano infiltrazioni e micro infiltrazioni 
6)Lubrificazione della cerniera stagna





Tutti i prodotti utilizzati da MaveQ sono prodotti specifici per l'uso subacqueo, non sono aggressivi per neorpene e trilaminato e non deteriorano lattici e sigillature


Queste operazioni non sono sempre e necessariamente eseguite, voi potete inoltrare liberamente
la richiesta di intervento o richiederci previa spedizione della muta un check up gratuito da parte nostra per decidere assieme dove intervenire.
Ovviamente spedendo le vostre mute durante il periodo estivo, previa prenotazione, non avrete code da aspettare, inoltre potrete approfittare per richiedere interventi di personalizzazione come messa a misura,variazioni su modello,applicazione pee valve,applicazione di tasche, applicazione di toppe ed adesivi ricamati.
Tutti i preventivi inviati da MaveQ via e-mail sono ufficiali ed hanno validità 30gg, si eseguono preventivi per lavori a diving o gruppi sub, in questo caso si ha accesso ad una scontistica che di volta in volta e' stabilita direttamente con il cliente.

mercoledì 16 febbraio 2011

Sottomuta per stagna : polartec, thinsulate o semplice pile?!


Aspetti tecnici  e suggerimenti per l’abbigliamento a completamento della muta stagna


 

…Non vi meravigliate se la maglia intima e’ bagnata, significa che il vostro sottomuta non e’ traspirante e forse e’anche  troppo pesante; non date la colpa alla tenuta della muta, se la muta ha un’infiltrazione di acqua vedreste bagnato il sottomuta dall’esterno… non vi pare?...




Leggete il seguente articolo se questa affermazione vi incuriosisce.




Ogni subacqueo, nel suo iter di preparazione, arriva al punto di sentire la necessita’ dell’uso di un elemento importante della sua attrezzatura: la muta stagna.
Questo strumento tecnico, che permette di estendere la tanto amata attivita’ anche ai mesi invernali o in ambienti con acque fredde come grotte e laghi o permette ancora di affrontare impegni decompressivi importanti, è scelto con grande attenzione e perizia di particolari.

Ne abbiamo parlato piu’ volte, si va dalla scelta del materiale, neoprene o trilaminato, allo spessore, alla tipologia di cerniera. Non e’ su questo che mi vorrei dilungare perche’ argomento molto dibattuto e che lascia ognuno con la propria rispettabile opinione.

La stessa attenzione non si pone invece al tipo di abbigliamento tecnico da utilizzare al di sotto della vostra stagna.

Al contrario, se ci pensate bene, il ruolo del sottomuta e’ importantissimo, oltre a vestirvi prima dell’immersione, e’ l’unico elemento che vi separa dalla vostra muta e deve assolvere ad una serie di compiti piu’ o meno gravosi dai quali dipende la vostra sicurezza ed il piacere dell'immersione.

La scelta puo’sembrare banale e per molti rimane tale, relegando ad un acquisto di poco conto cio’che invece e’ complemento imprescindibile per massimizzare l’efficienza della vostra muta per la quale avete speso molti soldi.

La scelta del sottomuta e’ infatti legata a molteplici fattori che vanno dal materiale e spessore della vostra muta, alla temperatura dell’acqua, al tempo di immersione e non ultimo a cio’ che andate a fare in acqua. Ogni scelta inoltre e’ legata ad un fattore molto soggettivo che e’ il meccanismo di termoregolazione. Da questo una differente percezione del freddo da individuo ad individuo. Inutile dire che le caratteristiche di un sottomuta posso incidere sul comportamento idrostatico ed idrodinamico della vostra muta.

Cominciamo a dipanare la matassa elencando un po’ di qualita’ che un buon sottomuta dovrebbe avere.

Il sottomuta ideale oltre ad essere piacevole e comodo, non deve intralciare i movimenti, deve garantire benessere termico per tutta l’immersione, consentire la traspirazione, evitare accumulo di umidita’ tra le fibre e sulla pelle, essere funzionale e perche’ no anche esteticamente gradevole!

Mi comincia a sorgere un dubbio: la scelta del sottomuta ottimo e’ molto piu’ complessa di cio’ che si poteva pensare e probabilmente il sottomuta perfetto, per tutte le mute e tutte le condizioni climatiche e di lavoro fisico non esiste.

Passiamo ora a qualche considerazione tecnica che ci puo’ aiutare a capire di piu’ di questo indumento tecnico.



LA RESISTENZA TERMICA

Ogni attivita’ fisica richiede un aumento del metabolismo e parte dell’energia che bruciamo viene ceduta sotto forma di calore dai nostri muscoli.

Il nostro corpo emette costantemente calore, anche in condizioni di riposo assoluto. La quantità di calore ceduta aumenta con l’incremento dell’impegno muscolare. Ecco perche’ dicevo che la scelta del sottomuta dipende anche da cosa andate a fare in acqua. Una cosa e’ spostarsi dolcemente in pieno relax facendo qualche foto, altra cosa e’ contrastare la corrente o pinneggiare a pieno ritmo per coprire lunghe distanze o stare immobili mentre state saldando un tubo.

A corpo nudo, in equilibrio termico, la quantita’ di calore scambiato attraverso la pelle fa si che data una certa temperatura ambiente il corpo mantenga sempre la giusta temperatura di 36.5 gradi. C’e’ quindi sempre un salto termico tra ambiente e corpo. Il lavoro di termoregolazione consiste proprio nel dissipare la giusta energia, sotto forma di calore, affiche’ il corpo si mantenga alla temperatura naturale. Se ora cambio un qualunque parametro che interviene in questo equilibrio, come la temperatura ambiente, o aggiungo degli indumenti aumentando la resistenza termica che si oppone alla cessione di calore verso l’ambiente, l’equilibrio viene turbato ed il corpo deve affidarsi al meccanismo di termoregolazione. Uno dei metodi per far si che si possa smaltire piu’ calore attraverso la pelle e’ la sudorazione. Affidandosi al calore estratto per evaporazione di goccioline di acqua dalla pelle, il corpo riesce a smaltire molto piu’calore o a mantenere la termoregolazione in condizioni di alta temperatura ambiente. Il meccanismo di evaporazione interviene quasi subito, basta coprire parte della pelle con un tessuto non traspirante ed in quella zona vedrete dopo pochi minuti una aumento dell’umidita’ sulla pelle. Abbiamo inserito due elementi importanti: la resistenza termica e la sudorazione.

Ne consegue che bisogna scegliere bene la resistenza termica dei sottomuta per garantirsi comfort termico ma senza eccedere nell’eccessiva sudorazione.

Badate bene al fenomeno di evaporazione e condensa. Su mute di basso spessore o in trilaminato il salto termico tra l’aria contenuta dentro la muta e satura di vapore acqueo e l’ambiente esterno ( acqua ) e’ tale che a muta aperta vi sembrera’ di esservi allagati; in realta’ e’ solo condensa depositata sulle pareti interne della muta. Questo pero’ significa che dal punto di vista della traspirazione il sottomuta e l’intimo tecnico che indossate svolgono perfettamente il loro lavoro, infatti e’ fondamentale che l’umidita’ si allontani dalla pelle mantenendovi asciutti.

A questo servono i tessuti traspiranti.

Non vi meravigliate se la maglia intima e’ bagnata, significa che il vostro sottomuta non e’ traspirante e forse e’ troppo pesante; non date la colpa alla tenuta della muta, se la muta ha un’infiltrazione di acqua vedreste bagnato il sottomuta dall’esterno… non vi pare?

Passiamo ora a qualcosa di piu’ scientifico di queste semplici considerazioni.

La resistenza termica o isolamento termico si misura in Clothing o CLO.

1 CLO = 0.180 mq C/Kcal

Significa che: se attraverso una superficie di 0.180 metri quadri passa una caloria al secondo ed il salto termico sui due lati del tessuto e’ di un grado centigrado allora il tessuto ha un potere di isolamento pari a 1 CLO.

L’attività svolta e la ventilazione modificano le caratteristiche di isolamento dinamico del vestiario sulla base dei coefficienti di isolamento statico e dello spessore dello strato di aria prossimo al corpo. Un errato equilibrio tra evaporazione e condensa del vapore può creare pesanti disagi soprattutto nella fase di raffreddamento dopo attività intensa o prolungata.

Diamo ora alcuni esempi di CLO in funzione del tipo di vestiario.

Non dimentichiamo che tutto questo e’ molto generico e che il CLO dipende fortemente anche dal tipo di tessuto. I tessuti tecnici di ultima generazione possono avere valori di CLO tali da triplicare i valori di tessuti come lana o cotone risultando al contempo piu’ sottili e piu’ leggeri.


Questo rende chiaro che: non si puo’ parlare solo di temperatura dell’acqua per scegliere il grado di protezione di un sottomuta o peggio non esiste alcun legame scientifico tra il “peso” in gr su metro quadro e la resistenza termica offerta da quel tessuto.

Non fatevi abbindolare dal nomignolo inventato per indicare un particolare tessuto che vi garantisce protezioni eccezionali. Chiedete il CLO e vi accorgerete che molti non sanno nemmeno cosa e’.

Buone bolle
Johnnydeep

P.S. le immaggini sono tratte liberamente da internet a titolo esemplificativo e tutto cio' scritto non e' in nessun modo in relazione con esse.


 

mercoledì 2 febbraio 2011

RIPARAZIONE MUTA STAGNA e.... 'l' intervento ripetibile'...

 Da quando MaveQ interviene su mute stagne provenienti da tutta l'Italia il lavoro nel nostro laboratorio si e' vivacizzato notevolmente.
Notiamo inoltre con piacere il crescente feedback positivo da parte di tutti i clienti che restano soddisfatti
dal lavoro che minuziosamente svolgiamo sulla loro attrezzatura.
A tal proposito ho voluto inserire questa nota che Giovanni ha scritto su facebook qualche giorno fa:

<Vorrei attirare la vostra attenzione su un aspetto per certi versi secondario della manutenzione sulla vostra muta stagna.
Che la vostra muta sia in neoprene o trilaminato con tenute stagne in lattice o neoprene prima o poi giunge il momento di una manutenzione a tenute e cerniera.
Molti degli operatori del settore hanno come primo obiettivo il fare l'intervento sulla vostra muta nel minor tempo possibile per permettersi di chiedere qualche decina di euro in meno. Confrontando due interventi e considerando alla pari il risultato funzionale ed estetico rimane un ultimo fattore da considerare, a mio avviso il piu' importante dei due: IL CONCETTO DI INTERVENTO RIPETIBILE..
Ho notato interventi su mute fatti con scarsi criteri di rispetto dell'originalita' del prodotto ma cio' che e' piu' grave, fatti modificando le condizioni originali della muta. Se per cambiare un polsino taglio la manica di 1cm, in modo da non dovermi preoccupare di scucire, pulire, smontare le sigillature; faccio  prima, il cliente non se ne accorge il lavoro e' piu' facile ma chiedetevi :
Potrei citare molti altri esempi che conducono allo stesso risultato. L'intervento di riparazione e manutenzione deve essere fatto con criteri di ripetibiita' preservando il piu' possibile la condizione di originalita' della muta.....
Diffidate dai prezzi bassi, pretendete materiali di prima qualita' e competenze dimostrate.... MaveQ vi aiuta anche in questo.

Ciao

Johnnydeep >

Giovanni ha voluto sintetizzare in poche parole cio' che in realta' distingue un laboratorio da un altro. Spesso capita, pur cercando di mantenere dei prezzi in linea con quelli del mercato, che alcuni clienti ci dicano che per un determinato lavoro hanno avuto un preventivo piu' basso da qualche altra parte.
E' giusto che chi deve affrontare una spesa cerchi di risparmiare o spendere il giusto ma bisogna stare attenti principalmente al risultato.  E' sempre fondamentale considerare il prezzo in base alla qualita' del lavoro che si richiede.
Noi puntiamo costantemente ad avere ottimi risultati su ogni nostro intervento, e per MaveQ l'ottimo si ha quando, come vi dice Giovanni, l'intervento diventa ripetibile e si continua a rispettare il design della muta.
La muta stagna e' il fulcro della vostra attrezzatura pertanto dovete puntare ad avere semrpe il massimo quando richiedete un intervento di manutenzione.
 I suggerimenti che mi permetto di darvi sono i seguenti:

  1) Quando acquistate una muta stagna considerate se esiste nel territorio almeno un centro assistenza   autorizzato, conservate la fattura d'acquisto che ne convalida la garanzia.
  2) Se notate difettosita' sulla vostra muta contattate immediatamente il centro assistenza e cercate di capire se il problema puo' essere risolto come semplice intervento di garanzia.
  3) Al momento di effettuare i primi interventi di manutenzione oltre al preventivo fatevi sempre descrivere il
     lavoro che sara' effettuato ed i prodotti che verrano utilizzati, solo avendo tutte queste informazioni potrete scegliere di rivolgervi ad un laboratorio piuttosto che ad un altro.
  4)Concordate i tempi di lavorazione della muta, sono indice di serieta' di chi vi offre la sua prestazione.
  5)diffidate da chi si improvvisa o di chi non da chiarimenti sulla tipologia di lavoro che esegue e sui materiali che utilizza.

L'intervento deve avvenire semrpe 'a regola d'arte', cio significa che oltre a ripristinare obbligatoriamente la funzionalita'  della muta deve assolutamente permettervi in futuro di poter intervenire nuovamente ed allo stesso modo.





venerdì 28 gennaio 2011

Il cappuccio per la muta stagna

E' sempre crescente la richiesta, da parte della comunita' subacquea, di avere un equipaggiamento confortevole a corredo di un'attrezzatura professionale.
A tal proposito oggi MaveQ vuole presentare la propia linea di cappucci in neoprene totalmente su misura.
Esiste una vasta gamma di modelli base alla quale successivamente si apportano tutte le modifiche
affinché si realizzi i giusto modello





                                                  La scelta del cappuccio verte inizialmente sulla valutazione della tipologia e dello spessore del neorpene che servira' per la realizzazione del manufatto.Chi fa immersioni in acque temperate puo' scegliere un neoprene bifoderato il cui spessore varia da 3,5mm fino a 5mm mentre chi invece utilizza la stagna in acque fredde o per lavoro o per immersioni prolungate puo' optare per un foderato/felpato o un foderato/plush di spessore che va da 5mm a 7mm.


Fatto ciò, si passa alla messa a modello, taglio e primo incollaggio.

Nella foto  si nota come per l'esempio sia stato scelto un modello in neorpene 6mm foderato nero con interno plush. La parte frontale e posteriore del cappuccio e' realizzata con due strati di bifoderato il cui spessore totale eguaglia il resto del cappuccio,su questi strati vengono praticati diversi fori tra loro sfalzati che servono a far uscire l'aria che resta intrappolata al momento della vestizione ed evitano che entri l'acqua in seguito.

 Si prosegue con la chiusura del cappuccio.



Il cappuccio e' solitamente realizzato con un modello a sei pezzi che conforma perfettamente la forma della nuca rendendo ottima la sua vestibilita'.


Al modello base a sei pezzi che noi chiamiamo 'STANDARD' e possibile scegliere la variante ad otto pezzi o 'LUNGO' le cui falde abbracciano la parte superiore del petto e delle spalle proteggendole dal freddo.
Questo modello infatti e' scelto o da chi ha la muta col collo in lattice o da chi semplicemente non ha un sovracollo di protezione. Le falde infine possono, su richiesta del cliente essere realizzate o in bifoderato o in foderato/liscio per aderire meglio al lattice del collo della propia stagna.


Il bordo viso è realizzato  in foderato/liscio ed ha uno spessore proporzionato a quello del cappuccio stesso, la scelta del liscio garantisce una ottima tenuta.


 





La fase finale, la piu' importante è la cucitura esterna ed interna di tutti i lembi incollati.Solo una macchina adatta, un filo professionale ed un buona mano possono realizzare delle cuciture che renderanno il cappuccio esteticamente bello ed al contempo robusto.

I cappucci, realizzati di volta in volta su espressa richiesta da parte dei clienti possono avere accorgimenti, personalizzazioni o colori differenti.
Per la realizzazione del vostro cappuccio su misura basta inoltrare la richiesta compilando le misure che trovate nella scheda misure presente sul nostro sito.

lunedì 24 gennaio 2011

Recensione muta stagna GZ CNX Ranger FZ

Recensioni eseguite da un laboratorio tecnico di assistenza e riparazione del prodotto dovrebbero rassicurarvi sulla obiettivita' e sulla competenza tecnica di chi scrive. In realta' qualcuno potrebbe obiettare che l'ing. Giovanni Mangraviti, conosciuto come Johnnydeep-Maveq, in qualita' di assistenza Gravity Zero puo' avere interesse a recensire positivamente le mute del marchio in questione.
Considerate pero' che Maveq e' centro assistenza multimarca e non vende mute, quindi non ha alcun interesse nel pilotare il vostro acquisto.
Data la nostra attivita' conosciamo a fondo i pregi e difetti di ogni stagna in commercio. Sappiamo riconoscere qualita' e costo dei materiali usati per costruirla, e le tecniche di lavorazione. Possiamo dirvi a priori quali e quanti saranno gli interventi di manutenzione sulla vostra muta e le fonti di problemi che ne deriveranno con l'uso.
La muta che mi vedete indossare nelle foto e' quella che ho scelto fra tante e che uso solitamente.
E' una GZ, perfettamente di serie, non ho sentito la necessita' di personalizzarla o di modificare nulla e' perfetta cosi' com'e'.
Avrei potuto acquistare qualunque altro marchio sul mercato ma la mia scelta personale ricade su una Gravity Zero CNX Ranger FZ.


La muta e' realizzata in neoprene precompresso con fodera esterna antitaglio. Tutti fregiano il loro neoprene di questo aggettivo ma potreste chiedervi, qual'e' la differenza tra questo ed un neoprene normale?
La fodera esterna in nylon puo' avere trame differenti; dalla sottilissima trama tipo lycra, lucida e liscia al tatto, ad una trama con rivestimento in kevlar molto ruvida e dura. ( ho avuto in riparazione mute di questo tipo incontrando difficolta' persino nella lavorazione, incollaggio, cuciture... non permettendomi di ottenere dall'intervento gli standard di qualita' ai quali ho abituato i miei clienti.)
Qualche marchio mette in commercio mute interamente realizzate con neoprene rivestito in kevlar, sara' anche robustissimo ma rende la muta investibile, pesante e dura nei movimenti. Il neoprene antitaglio GZ ha una trama a fili piu' grossi che rende la fodera esterna resistente alle abrasioni ma non limita la liberta' di movimento mantenendo morbidezza e leggerezza. I rinforzi in kevlar vanno messi dove servono, e questa muta li ha appunto sulle ginocchia; antitaglio va bene ma non andiamo certo a lottare contro i marlyn!
La sensazione che si prova nell'indossare questa muta e' di leggerezza ed al contempo senso di protezione dato da un caldo ed avvolgente neoprene.
Il prossimo aspetto del prodotto, da sottolineare, e' il taglio esclusivo GZ. La muta veste alla perfezione, si adagia e modella su di voi per assicurare un confort assoluto anche indossando sottomuta di spessore elevato.
Il modello CNX FZ monta lattici ai polsi e neoprene sul collo. Secondo il mio parere, questa e' la soluzione migliore in termini di confort, vestibilita', flessibilita' d'uso e coibentazione termica.
Infatti, i polsi in lattice assicurano una perfetta tenuta in una zona delicata per quanto riguarda le infiltrazioni d'acqua. Il polso, data la sua mobilita', e' spesso causa di infiltrazioni se si usano polsini in neoprene. Molte persone presentano inoltre una conformazione del polso particolare; (polsi molto piatti o con scafoidi esposti) in questi casi anche un ottimo polsino in neoprene fatto su misura non assicura la perfetta tenuta. Un polsino in lattice, inoltre, vi permette l'uso di clampe per guanti stagni aumentando la flessibilita' di utilizzo della vostra muta. Il collo in neoprene multistretch con finitura mesh vi assicura una perfetta tenuta ed al contempo una protezione termica del collo; la vestizione inoltre e' piu' semplice e veloce e' come avere attorno al collo una sciarpa di seta.
Passiamo alle finiture. Su questa muta, come su tutte le GZ, vi sono finiture da sartoria. Non a torto una persona, vedendomi indossare la muta durante una immersione Natalizia nottura mi disse: " bella quasta muta, cose'.. una muta da sera?" La sensazione resa e' proprio quella di estrema eleganza e cura dei dettagli mantenendo un aspetto da uniforme militare altamente tecnica.
I polsini in lattice sono cuciti e finemente bordati, cosa che non ho visto su nessuna muta, con tenute in lattice, presente in commercio. La cerniera e' una T-zip in tecnopolimero. Le caratteristiche tecniche di tenuta alla differenza di pressione e di carico di rottura sono tali e quali quelle di una cerniera in ottone, ovvero, 750mbar e 300N/cm. Significa che su una cerniera da 90cm potreste applicare un senso trasversale un carico totale di 2700N ovvero circa 270kg! Credete di riuscire a romperla? Le T-zip risultano piu' flessibili e non si danneggiano facilmente come quelle in ottone se le piegate, inoltre, non si ossidano e non necessitano di alcuna manutenzione se non un po di grasso ogni tanto. ( fornito con la muta)
Le GZ usano un metodo di sigillatura con sigillate uretanico che risulta praticamente eterno. Inattaccabile chimicamente assicura tenuta per sempre, sono infatti garantite a vita sotto quest'aspetto. Le mute sigillate internamente con bandelle adesive finiscono prima o poi tutte in laboratorio lamentando infiltrazioni e/o scollamenti.
Le caratteristiche in acqua sono eccezionali, e' necessaria pochissima zavorra se confrontata ad una normale neoprene, con l'iniezione di poca aria all'interno risulta subito calda e confortevole mantenendo assoluta idrodinamicita'. Assenza totale di sacche d'aria ed, a valvola di scarico completamente aperta, scarico praticamente automatico senza nemmeno alzare la spalla. Avrete insomma tutti i vantaggi di una stagna ma con la semplicita' d'uso di una umida.
Andiamo al prezzo. Con la campagna prezzi degli ultimi tempi, portate a casa una muta in standard militare, costruita in Italia, con il servizio di assistenza MAVEQ in garanzia e fuori garanzia preciso e veloce, al prezzo di una muta semistagna..... se state aspettando significa solo che una stagna non vi serve!!

Un salutone Johnnydeep-Maveq